Avevamo avuto notizia che l’Università di Maastricht ha subito, a dicembre 2019, un attacco ransomware.
Adesso sappiamo che, per ripristinare (decifrare) le centinaia di server di dominio Windows, hanno pagato 30 Bitcoin (valore attuale 308.000 euro) ai criminali.
Veramente inconcepibile quanto accaduto, in una organizzazione che dovrebbe sopravanzare le normative di protezione internazionali e costituire esempio di governance, specialmente per i loro discenti.
Il fatto gravissimo è il pagamento; in questo modo viene indirettamente incentivato lo sviluppo di ulteriori – dei gia moltissimi – codici ransomware.